martedì 2 agosto 2011

CARO MIGLIAVACCA TI SCRIVO, DACCI IL NOSTRO REFERENDUM

Al capo della segreteria del Pd, on. Maurizio Migliavacca
e p.c. al segretario del Pd, on. Pier Luigi Bersani
e p.c. Al presidente dell'Assemblea naz. del Pd, on. Rosy Bindi

Caro Maurizio,
come sai negli ultimi tre mesi si sono svolte in Sicilia delle importanti riunioni relative alla situazione politica regionale. In particolare nella riunione dell'esecutivo regionale con i parlamentari PD e nell'assemblea regionale - incontri che hanno visto la Tua significativa presenza - sono stati stabiliti alcuni punti chiari. Il Pd avrebbe tolto l'appoggio al governo tecnico di Raffaele Lombardo. Il partito avrebbe lavorato per creare un'ampia coalizione delle forze di opposizione al governo Berlusconi. Tale coalizione avrebbe concordato di scegliere con le primarie il candidato governatore. E il tutto sarebbe stato sancito da un necessario passaggio elettorale e da elezioni regionali anticipate. Inoltre era stato deciso di proseguire l'iter per l'indizione del referendum sul sostegno al governo Lombardo, come richiesto a norma di statuto da cinquemila iscritti al partito, e di svolgerlo entro la fine di settembre. Si è concordato che i risultati di tali impegni sarebbero dovuti essere verificati ed illustrati entro luglio.
Nulla di tutto questo si è però verificato. Il PD continua a sostenere più o meno velatamente il governo Lombardo, le consultazioni con le altre forze politiche non hanno prodotto risultati tangibili - anzi arrivano quotidianamente dichiarazioni in senso contrario a quello auspicato dal PD - e non è stato approvato né il regolamento per il referendum né la data di svolgimento.
A questo punto, anche in considerazione dell'accordo preso durante l'assemblea del 19 giugno, con la relazione del segretario Lupo votata praticamente all'unanimità, chiediamo che il partito intervenga per convocare una riunione nella quale analizzare i risultati ottenuti in questi mesi e soprattutto stabilire la data del referendum da tenersi entro settembre 2011.
Questa fase politica sta producendo due conseguenze. La prima è per la Sicilia. Il governo è immobile. I fondi europei non vengono spesi. Non c'è un'idea di sviluppo, mentre la disoccupazione aumenta e le infrastrutture siciliane continuano ad essere del tutto insufficienti. Le aziende non ricevono alcun concreto aiuto per investire. La sanità continua ad essere lontana dagli standards nazionali ed emergono, a cadenza regolare, situazioni così gravi da richiedere l'interessamento della magistratura. La seconda è politica. Il governo tecnico presieduto da Lombardo continua ad essere un governo del presidente. La giunta si riunisce raramente. Tutti gli atti degli assessorati, anche i meno importanti, sono vagliati e gestiti solo dal governatore. Il PD non riesce ad incidere nelle scelte politiche ed amministrative.
I sondaggi dell'andamento politico hanno fotografato una realtà allarmante: è in atto una netta diminuzione del nostro consenso e un travaso di voti dal PD all'Mpa. Insomma il nostro sostegno non sta servendo ai siciliani e neppure al PD, nell'ottica di un partito politico consolidato nel consenso rivolto al cambiamento e all'innovazione. E' utile solo a Lombardo e gli consente di restare in sella e governare secondo i suoi desiderata, peraltro con un comportamento ambiguo, tenendosi per il futuro tutte le porte aperte ora con Miccichè, ora con il PD.
Confidiamo nel Tuo intervento per dare seguito agli intendimenti raggiunti nelle scorse settimane e abbiamo ritenuto opportuno anche mettere a conoscenza della nostra lettera i massimi vertici del partito, il segretario e il presidente dell'assemblea nazionale, certi comunque che non saranno necessari ulteriori coinvolgimenti della direzione nazionale sul "caso Sicilia".
A questo punto il Partito Democratico non può permettersi più di navigare a vista. Tocca ai nostri elettori stabilire cos'è meglio per il partito, recuperando con loro il rapporto. La disponibilità del referendum non è nelle mani di nessuno, è un iter ormai avviato, sancito dagli iscritti che l'hanno sottoscritto e dallo statuto del nostro partito che lo disciplina. Tocca al partito cogliere questa opportunità. Non possiamo più consentirci di aspettare.

Sen. Enzo Bianco
On. Giovanni Burtone
Sen. Ignazio Marino
 

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