La Stampa di venerdì 26 agosto 2011, pagina 18
"Cancellare la norma sul doppio incarico"
"Cancellare la norma sul doppio incarico" I parlamentari contro l'incompatibilità: toglierà soldi agli enti locali La situazione MARCO BRESOLIN Nel giro di un paio di anni dovranno decidere. Tenersi stretto lo scranno in Parlamento oppure dire addio alle trasferte romane per dedicarsi esclusivamente alla loro attività di amministratore locale. Sono oltre cento i parlamentari che ricoprono anche un'altra carica pubblica: 109 per l'esattezza, 71 alla Camera e 38 al Senato. Una situazione destinata ad estinguersi (dalla prossima legislatura) dopo l'approvazione della manovra-bis: «La carica di parlamentare è incompatibile con qualsiasi altra carica pubblica elettiva» dice il terzo comma dell'articolo 13. Ma quelle tre righe potrebbero sparire dal testo. Perché i diretti interessati non ci stanno e attaccano: «La norma va cambiata perché sottrarrà ulteriormente soldi alle casse degli en- 109 amministratori in Parlamento Tra cui 12 presidenti di Provincia, 2 assessori, 48 consiglieri comunali e 10 provinciali 39 esponenti della Lega Su 85 parlamentari del Carroccio, 39 sono anche amministratori. Nel Pdl sono44, nel Pd 13 ti locali».
In effetti la legge prevede il divieto di cumulo dell'indennità di parlamentare con quella derivante da qualsiasi altra carica pubblica. Tradotto: il sindaco-parlamentare, per esempio, fa risparmiare soldi al suo Comune. Vero, ma bisogna anche ammettere che l'ubiquità non è stata ancora data in dono agli esseri umani. Se uno va a Roma, chi si occupa dei cittadini?
Il caso più lampante è quello dei presidenti di Provincia: in 12 hanno un seggio in Parlamento. In Campania quattro su cinque (Cesaro a Napoli, Cirielli a Salerno, Sibilia ad Avellino e Zinzi a Caserta) devono dividersi tra Roma e la presidenza del loro ente. Ma la Lombardia non è da meno: Daniele Bosone (presidente a Pavia) è un senatore del Pd, Daniele Molgora (Brescia) è un deputato leghista e il suo compagno di banco è Ettore Pirovano (Bergamo). «Non potrò più stare in Parlamento? - si chiede Pirovano -. Bene, vorrà dire che grazie a questa legge costerò di più alla Provincia. Perché se devo scegliere sto coi bergamaschi».
In termini percentuali, il record spetta alla Lega: 39 parlamentari su 85. Gianluca Buonanno è l'emblema del doppio incarico. Anzi, triplo. O forse di più. Fa il deputato, il sindaco di Varallo (Vc), il vice-sindaco di Borgosesia (Vc), il segretario provinciale della Lega e trova pure il tempo per andare nel salotto televisivo di Barbara D'Urso. «Solo chi è a contatto diretto con i cittadini - attacca, precisando di aver fatto risparmiare al suo Comune 120 mila euro - può fare bene il parlamentare. A volte, a Roma, quando sento parlare i colleghi mi chiedo "ma questi dove vivono?". Sembrano arrivati da Marte». E allora lancia la sua propo *** sta: «Aver fatto un'esperienza amministrativa dovrà essere condizione necessaria di eleggibilità in Parlamento Lo proporrò, perché la situazione attuale è assurda. Cosi come è assurdo che uno non possa fare per più di due mandati il sindaco, ma possa restare a Roma all'infinito».
Tra i colpiti dalla norma anche Francesco Rutelli, consigliere comunale a Roma, e il viceministro leghista Roberto Castelli, senatore e consigliere a Lecco. Se la caveranno invece gli assessori Bruno Tabacci (Milano) e Bruno Alicata (Siracusa): l'incompatibilità è per le cariche elettive, non per i nominati. Nessuna novità nemmeno per il ministro Paolo Romani (assessore a Monza) e il sottosegretario Nello Musumeci (consigliere a Catania), che non sono parlamentari. La giovane Chiara Braga, 3lenne del Pd, dovrà invece lasciare a malincuore i suoi seggi nel consiglio provinciale di Corno e in quello di Bregnano (Co). «Ma io non ho mai sottratto tempo all'attività parlamentare -giura timidamente - ho mantenuto questi ruoli per rispetto di chi mi ha votato».
Mario Mantovani vuole presentare un emendamento alla manovra. Senatore del Pdl, sottosegretario alle Infrastrutture, coordinatore lombardo del Pdl e sindaco di Arconate, noto anche per aver conferito la cittadinanza onoraria del paesino milanese a Mamma Rosa, la madre di Silvio Berlusconi. «II principio è giusto, ma la nonna va modificata - auspica il fedelissimo del premier - perché bisogna consentire il doppio incarico per i Comuni sotto i 15 mila abitanti». Come Arconate, che ne ha 6.400.
In effetti la legge prevede il divieto di cumulo dell'indennità di parlamentare con quella derivante da qualsiasi altra carica pubblica. Tradotto: il sindaco-parlamentare, per esempio, fa risparmiare soldi al suo Comune. Vero, ma bisogna anche ammettere che l'ubiquità non è stata ancora data in dono agli esseri umani. Se uno va a Roma, chi si occupa dei cittadini?
Il caso più lampante è quello dei presidenti di Provincia: in 12 hanno un seggio in Parlamento. In Campania quattro su cinque (Cesaro a Napoli, Cirielli a Salerno, Sibilia ad Avellino e Zinzi a Caserta) devono dividersi tra Roma e la presidenza del loro ente. Ma la Lombardia non è da meno: Daniele Bosone (presidente a Pavia) è un senatore del Pd, Daniele Molgora (Brescia) è un deputato leghista e il suo compagno di banco è Ettore Pirovano (Bergamo). «Non potrò più stare in Parlamento? - si chiede Pirovano -. Bene, vorrà dire che grazie a questa legge costerò di più alla Provincia. Perché se devo scegliere sto coi bergamaschi».
In termini percentuali, il record spetta alla Lega: 39 parlamentari su 85. Gianluca Buonanno è l'emblema del doppio incarico. Anzi, triplo. O forse di più. Fa il deputato, il sindaco di Varallo (Vc), il vice-sindaco di Borgosesia (Vc), il segretario provinciale della Lega e trova pure il tempo per andare nel salotto televisivo di Barbara D'Urso. «Solo chi è a contatto diretto con i cittadini - attacca, precisando di aver fatto risparmiare al suo Comune 120 mila euro - può fare bene il parlamentare. A volte, a Roma, quando sento parlare i colleghi mi chiedo "ma questi dove vivono?". Sembrano arrivati da Marte». E allora lancia la sua propo *** sta: «Aver fatto un'esperienza amministrativa dovrà essere condizione necessaria di eleggibilità in Parlamento Lo proporrò, perché la situazione attuale è assurda. Cosi come è assurdo che uno non possa fare per più di due mandati il sindaco, ma possa restare a Roma all'infinito».
Tra i colpiti dalla norma anche Francesco Rutelli, consigliere comunale a Roma, e il viceministro leghista Roberto Castelli, senatore e consigliere a Lecco. Se la caveranno invece gli assessori Bruno Tabacci (Milano) e Bruno Alicata (Siracusa): l'incompatibilità è per le cariche elettive, non per i nominati. Nessuna novità nemmeno per il ministro Paolo Romani (assessore a Monza) e il sottosegretario Nello Musumeci (consigliere a Catania), che non sono parlamentari. La giovane Chiara Braga, 3lenne del Pd, dovrà invece lasciare a malincuore i suoi seggi nel consiglio provinciale di Corno e in quello di Bregnano (Co). «Ma io non ho mai sottratto tempo all'attività parlamentare -giura timidamente - ho mantenuto questi ruoli per rispetto di chi mi ha votato».
Mario Mantovani vuole presentare un emendamento alla manovra. Senatore del Pdl, sottosegretario alle Infrastrutture, coordinatore lombardo del Pdl e sindaco di Arconate, noto anche per aver conferito la cittadinanza onoraria del paesino milanese a Mamma Rosa, la madre di Silvio Berlusconi. «II principio è giusto, ma la nonna va modificata - auspica il fedelissimo del premier - perché bisogna consentire il doppio incarico per i Comuni sotto i 15 mila abitanti». Come Arconate, che ne ha 6.400.
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