martedì 17 gennaio 2012

MARE NOSTRUM IN PERICOLO


La terribile emergenza della catastrofe dell'isola del Giglio ha messo a nudo tutte le colpe e le responsabilità dell’Italia di fronte al Mediterraneo, il mare più bello, più vissuto e più importante del mondo. Corsa al profitto e ansia di gigantismo, delirio di onnipotenza, incoscienza e impreparazione, capaci di creare meccanismi ambiziosi che però, al primo imprevisto, nessuno è capace di governare.
Ma se oggi paginoni e servizi a bizzeffe vivisezionano fino all’ultimo dettaglio una tragedia all’italiana che poteva certamente essere evitata, il vero rischio è che tra qualche giorno tutto venga dimenticato archiviato, e il mare continui a essere considerato semplicemente quel serbatoio di sempre da cui rapinare con ogni mezzo fino all’ultimo pesciolino, quel comodo bacino dietro casa da trivellare a volontà, quella pattumiera in cui sversare rifiuti e veleni, senza pensare mai alle future conseguenze della nostra acuta e inconfessata barbarie contemporanea.
Proprio per mettere in guardia contro i rischi della selvaggia rapina dei nostri mari, per tutelare e ottimizzare la conservazione della natura dai rischi incombenti, provenienti anche dalle trivellazioni di idrocarburi, Maria Rita D’Orsogna sarà ascoltata al Senato dalla 12^ Commissione (Industria, Commercio e Turismo) presieduta dal senatore Cursi e dalla 13^ Commissione (Territorio, Ambiente e Beni Ambientali) presieduta dal senatore D’Alì.
“Godevamo il privilegio di avere i luoghi più belli del mondo, baciati dalla natura e resi incantevoli dalla storia, luoghi che i viaggiatori di ogni tempo hanno considerato le mete più incantevoli e prestigiose: la laguna di Venezia, i golfi di Genova, Livorno, Napoli, Taranto, Siracusa, Cagliari e via dicendo, – è il commento di Franco Tassi, da anni impegnato con il Comitato Parchi-Settore Mare nella campagna in difesa del Mediterraneo e della sua vita, simboleggiata dalla mitica Foca monaca – ma tutto quello che abbiamo saputo fare è riempirli di impianti petrolchimici e officine, palazzoni e 
 inquinamenti, fanghi e rifiuti, cemento e liquami… Se fossimo davvero un paese civile come pretendiamo di apparire, dovremmo oggi preoccuparci di salvare il salvabile, prima che sia troppo tardi. Anzitutto evitando le trivellazioni a ridosso delle nostre coste, già abbastanza aggredite e cementificate, bloccando il transito delle superpetroliere e dei grattacieli del mare nell’Arcipelago Toscano, nelle Bocche di Bonifacio e nel Canal Grande… E poi facendo finalmente decollare una rete di Parchi Blu, che rilanci il vero valore del firmamento di isole grandi e piccole che costellano il Mediterraneo. Quest’anno 2012 non segnerà magari il momento della fine del mondo, ma è iniziato con un chiaro avvertimento: oggi la vera guerra al pianeta la stiamo già sferrando incoscientemente proprio noi: e se non sapremo fermarci in tempo, rischiamo davvero di vincerla, distruggendo pezzo dopo pezzo la nostra dimora."

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