mercoledì 11 gennaio 2012

MISTERBIANCO, LA CITTADELLA DELL'ARTE



Trasformare l’ex Stabilimento Monaco  in una cittadella dell’arte. E’ questo l’ambizioso progetto dell’Amministrazione comunale di Misterbianco, progetto che ha realizzato il primo step con tre mostre: “Prime di copertina”, per un museo in progress delle arti applicate; “Ceramisti oggi”, la scuola di Nicolosi, arte della maiolica su pietra lavica e la personale “Madre Terra” di Barbaro Messina, artigiano-artista di Paternò, conosciuto in tutto il mondo.  Le esposizioni sono   state prorogate fino al 5 febbraio, premessa per una vera e propria mostra permanente delle arti decorative applicate.
Giovanni Mirulla, promotore delle mostre, organizzate con la stretta collaborazione di Rosa Vitanza, dell’assessorato Grandi eventi del Comune di Misterbianco, ha voluto focalizzare alcuni aspetti occupazionali ed economici e le potenzialità della struttura industriale nel centro storico di Misterbianco, con il convegno “Economia dell’arte. Botteghe dell’arte, attività museali, mostre temporanee”, con una particolare attenzione all’artigianato artistico, con la presenza di qualifica relatori.
Dopo i saluti di Franco Galasso, vice sindaco di Misterbianco, che ha sottolineato la vivacità commerciale dell’hinterland e le qualità culturali e artistiche della comunità, a cominciare dai bellissimi costumi del Carnevale, in parte custoditi proprio nello Stabilimento Monaco, si è entrati sui temi “caldi” dell’attualità.
“Il mercato dell’artigianato siciliano e italiano in genere è in crisi. A Santo Stefano di Camastra il 50% delle aziende di ceramica ha chiuso, e la situazione a Caltagirone non è molto diversa”, ha  sottolineato Barbaro Messina, docente di Arti applicate e componente del Consiglio nazionale della ceramica nonché inventore della tecnica di ceramizzazione della pietra lavica.
Nel suo intervento l’artista ha tracciato un quadro storico delle botteghe artigiane e artistiche nel corso dei secoli. “Non è cambiato quasi nulla -  ha sottolineato –: il concetto dell’artigianato è sempre uguale”.
Ma oggi a minare le basi di un lavoro consolidato c’è la crisi economica. “Per superare questo momento difficile – ha aggiunto Barbaro Messina -  le aziende e le botteghe devono saper stare al passo coi tempi e convertirsi alla tecnologia. Molti artigiani sono rimasti legati al concetto decorativo della ceramica che in questo momento però è saturo. Non dimentichiamo che abbiamo grandi concorrenti. Uno su tutti la Cina: dall’oriente arrivano in Italia piatti stampati, copie esatte fatte in serie delle nostre belle ceramiche. E ovviamente non sono fatte a mano. L’artigianato può avere un grande riscontro turistico e di interesse culturale ed economico, ma bisogna abbandonare il concetto che lega la ceramica alla sola decorazione e allargare le vedute spingendosi anche oltre creando un connubio con designer e arredamento. In tanti, secondo me, più che avvertire veramente la crisi ne hanno avuto paura e hanno deciso di abbandonare il campo”.

Per Luciano Marziano, critico d’arte, componente del comitato di direzione delle riviste D’A e La ceramica moderna e antica, “la bottega è la tradizione italiana, da Giotto in poi. La bottega nell’immaginario è qualcosa di personale, al massimo familiare e, invece, per restare al passo con i tempi, per affrontare la sfida della industrializzazione, della globalizzazione e della delocalizzazione, deve essere sempre più una micro-impresa, attenta alla designer, alla qualità e originalità, alla commercializzazione. E le botteghe – ha continuato  Marziano – devono poter diventare spazi per la didattica, per la promozione di attività che possono essere gratificanti dal punto di vista lavorativo ed economico. E la presenza di un museo, di un contenitore culturale come lo Stabilimento Monaco – ha concluso il critico d’arte – può essere sicuramente una grossa opportunità per il territorio”.
Una prospettiva condivisa da Salvatore Zinna, consulente del Comune, che ha immaginato le caratteristiche della Misterbianco del prossimo futuro: città innovativa, sostenibile, identitaria, metropolitana, attraverso la rifunzionalizzazione dell’area commerciale che dovrà avere un collegamento diretto, con navette, con il centro storico. Qui sarà possibile visitare “botteghe aperte” o “laboratori creativi” legati al territorio, alle attività ed ai materiali tradizionali, come la sartoria, la cartapesta, il polistirolo per i costumi del Carnevale.
“Naturalmente, bisogna completare il recupero dello Stabilimento Monaco – ha concluso Zinna – perché il primo progetto di 2,5 milioni di euro ha consentito l’apertura e la fruizione di una parte e  l’Amministrazione comunale sta già lavorando per ottenere ulteriori finanziamenti”.
Nico Torrisi, presidente regionale e vice presidente nazionale di FederAlberghi, infine, ha sottolineato, dati alla mano, le ricadute positive che possono avere strutture museali e culturali in genere sul territorio, in termini di presenze in strutture ricettive e nell’ampio indotto.



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