domenica 20 maggio 2012

FIUMEFREDDO, A LEEZIONE DI NATURA



Un itinerario che coniuga le bellezze naturalistiche della Riserva naturale orientata “Fiume Fiumefreddo” e la struttura didattica dell’Acquario Mediterraneo di Giarre con le sue variopinte specie ittiche. A scoprirlo trenta studenti del III Circolo didattico di Paternò grazie all’itinerario organizzato dal Cutgana dell’Università di Catania nell’ambito del progetto “ScuolAmbiente” finalizzato alla divulgazione delle conoscenze scientifiche e del patrimonio naturalistico e culturale antropico locale con l'intento di promuovere il rispetto consapevole per l'ambiente attraverso percorsi conoscitivi e formativi integrati.
E proprio grazie al progetto “ScuolAmbiente” i piccoli studenti hanno visitato – guidati dall’accompagnatrice Claudia Deias e dal personale del Cutgana (Salvo Costanzo, Noemi Giunta e Melinda Callea) - la Riserva naturale orientata “Fiume Fiumefreddo” gestita dalla Provincia Regionale di Catania. Nella riserva, lembo dell’antico pantano esistente nella originaria Piana di Mascali, gli studenti hanno visitato il corso d’acqua limpido e dalla fredda temperatura che sgorga dal versante nord-orientale dell’Etna, le falde di affioramento dovute alla presenza delle rocce vulcaniche sotterranee che poggiano su argulle impermeabili generando fenomeni di sorgiva ammirati presso le sorgenti “Quadare” (così denominate per il ribollio delle acque). Una riserva caratterizzata anche dalla presenza di particolari peculiarità floristiche (come il Papiro e il Ranuncolo pennello) ed avifauna migratoria (Tarabusino e Airone) e stanziale (Gallinella d’acqua e Cinciallegra).
Dalla riserva all’Acquario Mediterraneo di Giarre (di proprietà della Provincia, ma gestito dal Cutgana) dove gli studenti hanno ammirato – guidati da Emilia Musumeci e Rosangela Zingali - gli oltre 500 esemplari che vivono nelle 14 di notevole grandezza e nelle 25 medio-piccole in cui sono stati ricostruiti gli ambienti marini tipici del Mare Mediterraneo: dal fondale roccioso lavico, tipico della costa etnea, al sabbioso, dalle profondità meno accessibili alla superficie, dal "Tropico Mediterraneo" con le specie che cominciano a colonizzare il Mare Nostrum al porto, con lievi digressioni verso le acque interne come i fiumi e i laghi nostrani.

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