Un itinerario che coniuga le
bellezze naturalistiche della Riserva naturale orientata “Fiume Fiumefreddo” e
la struttura didattica dell’Acquario Mediterraneo di Giarre con le sue
variopinte specie ittiche. A scoprirlo trenta studenti del III Circolo
didattico di Paternò grazie all’itinerario organizzato dal Cutgana
dell’Università di Catania nell’ambito del progetto “ScuolAmbiente” finalizzato
alla divulgazione delle conoscenze scientifiche e del patrimonio naturalistico
e culturale antropico locale con l'intento di promuovere il rispetto
consapevole per l'ambiente attraverso percorsi conoscitivi e formativi
integrati.
E proprio grazie al progetto
“ScuolAmbiente” i piccoli studenti hanno visitato – guidati
dall’accompagnatrice Claudia Deias e dal personale del Cutgana (Salvo Costanzo,
Noemi Giunta e Melinda Callea) - la Riserva naturale orientata “Fiume
Fiumefreddo” gestita dalla Provincia Regionale di Catania. Nella riserva, lembo
dell’antico pantano esistente nella originaria Piana di Mascali, gli studenti
hanno visitato il corso d’acqua limpido e dalla fredda temperatura che sgorga
dal versante nord-orientale dell’Etna, le falde di affioramento dovute alla
presenza delle rocce vulcaniche sotterranee che poggiano su argulle
impermeabili generando fenomeni di sorgiva ammirati presso le sorgenti
“Quadare” (così denominate per il ribollio delle acque). Una riserva
caratterizzata anche dalla presenza di particolari peculiarità floristiche
(come il Papiro e il Ranuncolo pennello) ed avifauna migratoria (Tarabusino e
Airone) e stanziale (Gallinella d’acqua e Cinciallegra).
Dalla riserva all’Acquario
Mediterraneo di Giarre (di proprietà della Provincia, ma gestito dal Cutgana) dove
gli studenti hanno ammirato – guidati da Emilia Musumeci e Rosangela Zingali -
gli oltre 500 esemplari che vivono nelle 14 di notevole grandezza e nelle 25
medio-piccole in cui sono stati ricostruiti gli ambienti marini tipici del Mare
Mediterraneo: dal fondale roccioso lavico, tipico della costa etnea, al
sabbioso, dalle profondità meno accessibili alla superficie, dal "Tropico
Mediterraneo" con le specie che cominciano a colonizzare il Mare Nostrum
al porto, con lievi digressioni verso le acque interne come i fiumi e i laghi
nostrani.
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