Unire nelle diversità: ecco l’obiettivo della “Doc Sicilia”, approvata dal
Comitato Nazionale Vini. Uno strumento che, grazie al brand “Sicilia”
in etichetta, anche affianco, su richiesta, alle Doc già esistenti, aiuterà
i produttori a valorizzare le diversità di quello che è un continente
enoico. “Non è una soluzione, ma uno strumento eccezionale da
usare bene - spiega Alessio Planeta, della celebre cantina siciliana -
per comunicare le diversità dei nostri vini con un brand condiviso e
forte, che aiuterà soprattutto quelle denominazioni difficilmente
identificate, oggi, con l’isola”. Sulla stessa linea Alberto Tasca di Tasca
d’Almerita: “possiamo fare un grande salto, dobbiamo dedicarci tutte
le energie per sfruttarla al meglio”. La nuova Doc potrebbe essere
anche il motore di una nuova valorizzazione qualitativa: “le rese
produttive consentite saranno inferiori a quelle della Igt, e già questo
aiuterà a migliorare la qualità”, aggiunge Antonio Rallo di
Donnafugata. “Ci aiuterà ad allargare il mercato nella fascia
medio-alta dei vini”, aggiunge Diego Cusumano. La nuova Doc dà
anche un’indicazione precisa: i vini dovranno avere almeno il 50% di
varietà autoctone. Perché la tipicità è quello che ci chiede il mercato.
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