venerdì 20 aprile 2012

CATANIA, SCREENING SULLA SICILIA CONTAMINATA



Un “Progetto pilota” finalizzato alla definizione della lista di priorità delle sostanze chimiche inquinanti ed ad un’eventuale correlazione tra l’inquinamento e lo stato di salute delle popolazioni nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientali siciliane. E’ quanto emerso nella due giorni di lavori della riunione organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sul tema “Biomonitoraggio basato su indicatori di esposizione a sostanze chimiche inquinanti” che ha registrato, nei locali del NH Bellini di Catania, la presenza dei massimi esperti internazionali del settore. Un argomento che riguarda da vicino il territorio siciliano interessato dalla presenza di tre Aree ad elevato rischio di crisi ambientale (il polo Siracusano, Gela e Valle del Mela). Ad illustrare il progetto siciliano dell’Oms è stato Pierpaolo Mutu, esperto dell’Oms, in quale ha evidenziato che “dagli studi epidemiologici effettuati nelle tre aree a rischio siciliane tra il 2006 ed il 2010 è stata rilevata una contaminazione dell’uomo da diverse sostanze chimiche ed un’esposizione estesa a diversi inquinanti”. “Ad oggi – ha aggiunto Mudu -, non esiste una lista di priorità delle sostanze chimiche a cui l’uomo è maggiormente esposto, ma in tempi brevi sarà realizzata ed affiancherà il progetto di bonifica che è stato già avviato in Sicilia. Nel mese di giugno l’Oms pubblicherà un Rapporto sullo stato di salute nelle tre aree ad elevato rischio di crisi ambientale siciliane redatto da Marco Martuzzi e Benedetto Terracini”.
Proprio nel territorio delle tre aree a rischio siciliane, infatti, è emersa la “presenza di livelli elevati di nichel, piombo, arsenico e mercurio” hanno spiegato Concetto Puglisi del Cnr di Catania e Francesco Squadrito, docente ordinario di Farmacologia e Tossicologia dell’Ateneo di Messina. “Questo progetto che sarà concluso entro 24 mesi – hanno aggiunto Puglisi e Squadrito -, mira alla riduzione del danno ambientale e dei danni alla salute da sostanze inquinanti oltre che a valutare se esiste un nesso di causalità tra inquinamento ed alterazioni genetiche ed un eventuale inserimento dei metalli pesanti nella catena alimentare. Il progetto consentirà ai tecnici ed al mondo politico di individuare e adottare le corrette procedure per abbattere l’inquinamento ed i danni alla salute”.
Sulla situazione siciliana si è soffermato anche Antonino Cuspilici, direttore dello Sportello unico per le Aree ad elevato rischio di crisi ambientale, Agenda 21 e Amianto: “La presenza dell’Oms in Sicilia è molto importante e le indagini epidemiologiche condotte nell’ambito dei Piani di risanamento delle tre aree ad elevato rischio di crisi ambientale del Siracusano, Gela e Valle del Mela hanno evidenziato lo stato di salute delle popolazioni interessate ed in particolar modo quelle più giovani”. Cuspilici ha aggiunto che nell’ambito degli “studi condotti per lo Sportello regionale dall’Oms in collaborazione con i tre Atenei siciliani ed il Cnr di Catania sono state emesse direttive finalizzate all’abbassamento delle emissioni delle polveri sottili ed anche degli odori”.
Sulla stessa linea Andrey Egorov dell’Oms, il quale ha sottolineato che “lo studio in Sicilia relativo ai biomarker rappresenta un modello da esportare negli altri 56 Paesi in cui è presente l’Oms finalizzato soprattutto alla tutela della salute dei bambini e delle donne in stato di gravidanza”. “In Sicilia – ha aggiunto Egorov – abbiamo evidenziato nelle tre aree a rischio livelli di inquinamento piuttosto alti con conseguenze per la salute umana. Ad oggi, anche alla luce della Dichiarazione di Parma, abbiamo ampliato il campo dei biomarker finalizzati ad individuare il livello di piombo presente nel sangue dei bambini e della diossina nel latte umano, dell’esposizione al mercurio e dei ritardanti di fiamma cromati. Dalle indagini che effettueremo in Sicilia tramite questionari verranno fuori dei risultati che confronteremo con il resto della popolazione generale ed individuare anche test pilota, metodologie standardizzate di raccolta dei dati che saranno utilizzati per lo sviluppo del progetto siciliano e di tutti i siti industrializzati contaminati”. 
Nella giornata di oggi sono stati individuati i risultati dei gruppi di lavoro ed il relativo elenco dei biomarcatori, design studio, organizzazione, supporto tecnico agli Stati membri e le indagini pilota.



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