martedì 3 maggio 2011

IN RICORDO DI COSIMO CRISTINA, GIORNALISTA SUICIDATO




In occasione dell’anniversario dell’uccisione del giornalista termitano Cosimo Cristina, un cartello composto da 20 Associazione termitane presenta un recital di Luciano Mirone autore del libro “Gli insabbiati, storia di otto giornalisti siciliani, uccisi dalla mafia e sepolti dall’indifferenza”. Il recital dal titolo “Uno scandalo italiano. La storia di Cosimo Cristina il primo giornalista “suicidato” da Cosa Nostra” si terrà Giovedì 5 maggio 2011 alle ore 18 presso l’Auditorium del Liceo Scientifico di Termini Imerese. I testi sono di Luciano Mirone, le musiche originali di Giuseppe De Luca mentre le immagini fotografiche sono curate da Francesco Mirone. L’iniziativa, con lo slogan “le Associazioni termitane per fare memoria” è promossa da SiciliAntica, Legambiente, Fidapa, Pro loco, Agesci, Masci, Leo Club, Lions, Termini d’arte,Vela Club, Associazione nazionale Carabinieri, Politeia, Cittadinanzattiva, Astore, Associazione culturale musicale “Città di Termini Imerese, Associazione Reduci e combattenti, Termini d’amuri, Associazione “La Goccia”, Associazione nazionale Polizia, Società San Vincenzo de Paoli, Rivista Espero, e in collaborazione con il Liceo Scientifico “Nicolò Palmeri”.
Nota su Cosimo Cristina
Con spirito di assoluta obiettività, in piena indipendenza da partiti e uo­mini politici, ci proponiamo di trat­tare e discutere tutti i problemi inte­ressanti dell’Isola, avendo come no­stro motto: senza peli sulla lingua. Tutto questo perché noi vogliamo che la Sicilia non sia solo quella fol­cloristica delle cartoline lucide e stereotipate, né quella delle varie figurazioni a roto­calco e di certa stampa deteriore, per intenderci la Sicilia di Don Calò Vizzini e di Giuliano, ma la Sicilia che faticosamente si fa strada come pulsante cantiere di lavoro e di rin­novamento industriale. Si legge così nell’editoriale del primo nume­ro di Prospettive Siciliane, il giornale da lui fondato, e dalle cui colonne a­veva probabil­mente firmato la pro­pria condanna a morte. Cosimo Cristina sembra tracciare il suo pro­filo: un cronista onesto, brillante, “senza peli sulla lingua”, che verrà ucciso per aver detto veri­tà scomode e per aver avuto il solo torto di amare la propria terra, di privilegia­re la verità e la giu­stizia e di credere che la legalità fosse più forte di qual­siasi potere criminale.
Quella di Cosimo è la storia di un giornalista scomodo.
Cosimo Cristina nasce a Termini Imere­se l’11 agosto 1935. Tra il 1955 e il 19­59 collabora come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane. Può finalmen­te scrivere ciò che i giornali con cui collabora non gli permettono di scrivere. Da subito Prospettive Sici­liane raccontò la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui nessu­no osava nemmeno nominarla o per qualcuno era solo “un’invenzione dei comunisti”. Ini­ziano per Cosimo le minacce e le querele. Tante le inchieste da lui condotte: l’omicidio del sindaca­lista Salvatore Carnevale e del sa­cerdote Pasquale Culotta, avvenuta a Cefalù nel 1955, la morte di Ago­stino Tripi, il pro­cesso per l’omicidio di Car­melo Gial­lombardo. Il pome­riggio del 5 mag­gio 1960, ad appena 25 an­ni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tun­nel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Tra­bia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suici­dio. Ma i dubbi già allora erano tan­ti, qual­cosa non quadra. Nella ta­sca della sua giacca vengono ritro­vati due biglietti, sulla cui autentici­tà la famiglia ha dubitato sin dal pri­mo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calli­grafica.
Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi più precisamente suici­dato da Cosa Nostra, qualcuno az­zarda, ma come spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla viene fatto tace­re e, a parte qualche articolo del so­lito cronista rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto e si va avanti a passo di gambero. Il caso viene ria­perto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Man­gano, è riesumata la salma e final­mente viene eseguita l’autopsia, ma si finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristi­na è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di o­blio venne ste­sa sul giovane che viene vergo­gnosamente dimenti­cato
Nel corso degli ultimi anni vi è stato un lento recupero della memoria storica del coraggioso giornalista, attraverso inchieste comparse su libri e giornali, il lavoro di diverse scuole termitane che hanno incluso nei loro progetti sulla legalità la figura di Cosimo Cristina, l’intitolazione di una strada al giovane su proposta della rivista Espero, l’inserimento del pannello su Cosimo, da parte dell'Ordine dei Gior­nalisti di Sicilia, nella mostra dedicata ai cronisti italiani uccisi. E per  il cinquante­simo anniversario della mor­te del co­raggioso giornalista, il 5 maggio del 2010, su iniziativa della rivista Espero, insieme al Comune di Termini Imerese e all’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, è stata col­locata una lapide nel luo­go in cui venne rinvenuto il corpo.

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