martedì 31 maggio 2011

L'ACQUEDOTTO ROMANO DI CATANIA




Su iniziativa dell'assessorato comunale alla Cultura di Motta Sant'Anastasia
ed in collaborazione con il Parco archeologico della Valle del Simeto e con SiciliAntica, avrà luogo
venerdì 3 giugno 2011 al castello normanno di Motta Sant'Anastasia, con
inizio alle 18,30, un Incontro sui beni culturali ed in particolare su
"Acquedotto romano di Catania", interventi della direttrice del Parco archeologico della
Valle del Simeto Gioconda Lamagna e del responsabile regionale "Giovani" di
SiciliAntica Giuseppe Barbagiovanni, e su "Abbeveratoio di S. Giovanni",
intervento del giornalista Carmelo Santonocito.
Dopo i saluti delle autorità, sindaco Angelo Giuffrida ed assessore alla
Cultura Vito Caruso, il tema principale dell’incontro sarà, dunque,
l’Acquedotto romano di Catania, che un tempo lambiva il territorio di Motta
S.A., colossale opera per portare acqua (si stimano 325 litri al secondo)
nel I secolo dopo Cristo, sotto Ottaviano Augusto, alla Catina (nome latino
dell’antica Katane) eletta al rango di colonia romana, con un tracciato di
circa 24 chilometri, dalla Botte dell'acqua, alimentata da quattro sorgenti,
a 400 metri sul livello del mare, a S. Maria di Licodia, al monastero dei
Benedettini di Catania, e con una pendenza costante ottenuta interrando
alcuni tratti o realizzando nelle vallate muri di sostegno o arcate portanti.
L'Abbeveratoio di S. Giovanni, al confine tra Motta S.A. e Misterbianco,
sino alla fine del 1800 fu un ramo dell'Acquedotto romano di Catania che portava
acqua ai misterbianchesi. Un nobile, però, tale barone Sisto, finì per
sopprimere quella fonte di approvvigionamento idrico, scatenando la rabbia
della comunità di Misterbianco e coinvolgendo in un doloroso (per i disagi
patiti dalla popolazione) contrasto i sindaci e le autorità preposte del
tempo.

www.siciliantica.it

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